Scrivono per noi

Negroni

Una storia, quella del Negroni, riscoperta e raccontata grazie agli approfondimenti e ricerche del barman Luca Picchi, al bancone da anni al Caffè Gilli di Firenze. Una ricostruzione storica, la sua, ben descritta nel libro “Negroni cocktail una leggenda italiana” edito da Giunti nel 2015 poi sfociata anche in una rappresentazione cinematografica prodotta da Art Film Kairos con Rai Cinema dal titolo “Looking for Negroni”, girato in Italia, Cuba e New York. La leggenda si limitava a raccontare, prima degli studi di Picchi, che il drink fosse stato inventato da Negroni, in seguito si è scoperto che la sua prima realizzazione fu ad opera di Fosco Scarselli presso il Caffè Casoni in via Tornabuoni a Firenze, divenuto caffe? Giacosa, oggi Armani boutique. È in questo luogo dove Camillo si recava coi suoi abiti elegantissimi al rientro nel belpaese dall’America per concedersi un drink. Un’abitudine ereditata dal suo periodo di vita trascorso nella Grande mela a fine ottocento, nel pieno di quella definita come la “Golden Age of Cocktail“. A Firenze poi, così come a Torino, le 18:00 erano diventate quella tanto acclamata e celebrata, “ora del vermouth”; la miscelazione si diffonde in tutto il paese, e con lei uno conseguente sviluppo degli ingredienti che la rendono possibile. In principio è l’Americano ad avere successo, nient’altro che un amaro (il bitter Campari) mixato al vermouth. Una ricetta troppo leggera per Camillo, che chiede dunque di fare modificare, sussurrando a bassa voce al bartender di ridurre il quantitativo di soda in favore del  gin, distillato caro e ricercatissimo all’epoca. Nasce così il Negroni, con la fetta di arancia al posto della scorza di limone. La ricetta, come la consociamo oggi (Gin, Campari e Vermouth rosso) si è consolidata anche per una praticità d’impiego degli ingredienti, che devono essere presenti tutti per 1/3. Un successo senza tempo quello di questo aperitivo, reiterato anche dal crescente numero di referenze di gin e vermouth introdotti nel mercato, variabili che hanno imposto e impongono i barman a pensare al bilanciamento finale del cocktail, che può assumere - per i motivi detti - stili e caratteri diversi in sorsi bilanciati, aromatici, lunghi e decisi o invece più morbidi, aromatici e dai sapori più freschi. Una ricetta che parrebbe semplice ma che consente in realtà un’infinità di sfumature confermate nei numeri: da anni il Negroni è tra i cocktail piu? twistati, fatto con numerosissime varianti al mondo, recentemente arrivato sul podio della classifica stilata dal “The Drink International”, la “The World’s Best-Selling Classic Cocktail 2022”, come il drink più venduto in un centinaio di bar più famosi nel pianeta.